Se temete perdite di autonomia dell’auto elettrica col freddo d’inverno, avete ragione: il problema esiste. Ma la soluzione c’è: basta avere il veicolo giusto.
I più recenti dati di Recurrent, startup specializzata in stato di salute delle batterie, analizzano le tendenze legate alle perdite di chilometraggio nell’ultima stagione dell’anno. Il risultato? Notizie sia buone che cattive. I 34 modelli elettrici più diffusi e monitorati mantengono mediamente il 78% di autonomia.
«Tutte le auto perdono efficienza col freddo», sottolinea lo studio. «Che siano a benzina o elettriche, il chilometraggio si riduce e i costi di rifornimento aumentano. È una brutta storia per tutti gli automobilisti, indipendentemente dal tipo di motore».
I modelli con pompa di calore
Le perdite variano ovviamente in base a temperatura, velocità, altitudine, stile di guida, efficienza del veicolo e altro. E i modelli non si comportano tutti allo stesso modo:
«Ogni auto offre risultati diversi in base a dotazioni e chimica delle batterie. La migliore mantiene l’88% dell’autonomia a 0 °C, la peggiore solo il 69%».

Guida Invernale della Honda Prologue
Foto di: InsideEVs
Il punto, quindi, è scegliere un’auto elettrica dotata di pompa di calore; la stessa usata in molte case: estrae il calore dall’aria esterna — anche quando fa freddo — e lo trasferisce nell’abitacolo. In fase di raffreddamento opera al contrario, rimuovendo il calore dall’interno. Questo riduce lo sforzo del climatizzatore, uno dei principali fattori di consumo. Su alcuni modelli, spegnere riscaldamento o climatizzatore può persino aumentare la stima sull’autonomia: sulla Kia EV6, per esempio, si risparmiano fino a quasi 20 km.
La buona notizia è che ormai la pompa di calore è abbastanza diffusa. Nei modelli più vecchi — persino in quelli dei primi anni 2020 — non era sempre presente, ma l’industria ha capito che è essenziale per massimizzare l’autonomia invernale.
Come sapere se un’auto elettrica ne è dotata? Recurrent stila un elenco, però è sempre bene verificare sul sito ufficiale del produttore. Audi, per esempio, ce l’ha, ma in passato l’aveva temporaneamente rimossa dalla Q4 e-tron per problemi di fornitura.

Foto di: Patrick George
Ecco alcuni modelli americani che la montano:
- Acura ZDX 2024+
- Audi E-Tron 2025+
- BMW i4, iX, i7, iX3 2024+
- Cadillac Lyriq 2023+
- Chevrolet Blazer EV
- Chevrolet Equinox EV
- Ford F-150 Lightning 2024+
- Ford Mustang Mach-E 2025+
- Tutti i modelli elettrici di Hyundai, Kia e Genesis
- Honda Prologue EV 2024+
- Lucid Motors EV 2024+
- issan Leaf (SV+, Platinum) 2026+
- Polestar 2 con Plus Pack/Climate Pack; Polestar 3 e 4
- Tesla Model 3, Y, S, X 2021+
- Tesla Cybertruck 2024+
- Volvo EX30, EX90, EX40 Recharge e C40 Recharg
- altri ancora
L’esempio Tesla Model 3
Conoscere questo dettaglio risulta importante quando si compra un’auto elettrica usata: qualche anno fa, le pompe di calore erano molto meno diffuse, e la differenza può essere notevole nelle prestazioni invernali.
Recurrent
Foto di: Recurrent
Basti pensare a Tesla. La Model 3 ha montato la pompa di calore solo col restyling del 2021, arrivato a fine 2020. I dati di Recurrent mostrano chiaramente il miglioramento dell’autonomia invernale tra i modelli precedenti e quelli aggiornati.
Con l’evoluzione delle batterie, dei sistemi di riscaldamento e delle infrastrutture di ricarica, è probabile che in futuro le perdite di autonomia col freddo diventino un problema sempre più marginale. Per ora, però, è essenziale che la vettura abbia una pompa di calore, così potrà usare l’energia per ciò che davvero conta: far muovere l’auto.
