Gli stipendi di Elon sono esagerati? Il 5 settembre scorso il consiglio di amministrazione di Tesla ha proposto un nuovo pacchetto retributivo per il CEO Elon Musk che, se approvato, diventerà il più grande al mondo. Il voto degli azionisti avverrà a novembre. Il valore di tale pacchetto, al raggiungimento di tutti gli obbiettivi, è vicino ai 1.000 miliardi di dollari. Un valore tre volte superiore al prodotto interno lordo della Finlandia o, se preferite, paragonabile al PIL della Svizzera.
Prima di entrare nel merito di questo nuovo pacchetto retributivo, un po’ di storia riguardante gli stipendi di Elon.
Il pacchetto retributivo del 2018
Abbiamo già assistito a qualcosa di analogo: il 23 gennaio 2018, quando Tesla valeva circa 59 miliardi di dollari, fu approvato un pacchetto retributivo (fonte 1) (fonte 2) di stock options rilasciate in 12 tranches, ognuna pari all’1% delle azioni presenti sul mercato il 21 gennaio 2018.

Nell’ultima milestone, necessaria per ottenere l’assegnazione anche dell’ultimo pacchetto retributivo, l’azienda Tesla avrebbe dovuto raggiungere una capitalizzazione di mercato di 650 miliardi di dollari.
Oltre all’obiettivo di capitalizzazione di mercato, dovevano essere raggiunti entro un decennio anche 12 dei 16 obiettivi operativi come in figura sotto (Operational Milestones). Tali obiettivi erano principalmente legati a ricavi (revenues) e guadagni (EBITDA – Earning Before Interests, Taxes, Depreciation and Amortization).

Per beneficiare di tale pacchetto retributivo Elon Musk avrebbe dovuto inoltre rimanere a capo dell’azienda e non avrebbe ricevuto nessun altro tipo di compenso.
Gli stipendi di Elon: un pacchetto retributivo che ha fatto scalpore
Ai tempi sembrava un obbiettivo irraggiungibile, perchè avrebbe significato un incremento del valore di mercato della azienda Tesla del 1.000% (ovvero un 10x). Inoltre, in quel lontano gennaio 2018, solo tre aziende valevano più di 650 miliardi di dollari: Apple (908 miliardi), la capogruppo di Google Alphabet (807 miliardi) e Microsoft (707 miliardi).
Il pacchetto retributivo del 2025
Gli stipendi di Elon oggi: il nuovo pacchetto retributivo è strutturato in maniera simile a quello del 2018. Le azioni (performance-based restricted stock) sono rilasciate in 12 tranches; ogni tranche è pari all’1% delle azioni presenti sul mercato il 5 settembre 2025.

Ogni milestone è completata quando vengono raggiunti sia l’obiettivo di capitalizzazione di mercato(istogramma blu) che il relativo obiettivo operativo (istogramma rosso). Al completamento della milestone vengono rilasciate (vestite) le azioni. L’ultima milestone corrisponde ad una capitalizzazione di mercato di 8.500 miliardi di dollari
Questa è la lista dei 10 obiettivi operativi (per le ultime due tranches di azioni non è richiesto nessun ulteriore obiettivo operativo):
- 20 Million Tesla Vehicles Delivered
- 10 Million Active FSD Subscriptions
- 1 Million Bots Delivered
- 1 Million Robotaxis in Commercial Operation
- $50 Billion of Adjusted EBITDA
- $80 Billion of Adjusted EBITDA
- $130 Billion of Adjusted EBITDA
- $210 Billion of Adjusted EBITDA
- $300 Billion of Adjusted EBITDA
- $400 Billion of Adjusted EBITDA
Oggi Tesla ha una capitalizzazione di mercato di circa 1.130 miliardi di dollari. Per arrivare ad 8.500 miliardi di dollari (ultima milestone) il valore di mercato di Tesla deve crescere del 750% (ovvero 7,5x).
Questi numeri sono ancora più pazzeschi se paragonati al valore di mercato di altre aziende. Ad esempio, come si può ben vedere dall’immagine qui sotto, per raggiungere la seconda milestone Tesla dovrà arrivare ad avere un valore di mercato circa uguale a 29 volte quello di Ferrari.

Considerazioni sulla capitalizzazione di mercato
Una domanda sorge spontanea. Come è possibile che Elon sia così confidente che Tesla da sola potrà valere tra pochi anni circa il 27% della somma di tutte le 100 aziende tecnologiche attualmente quotate al Nasdaq-100? Nota: il total market cap di tutte le aziende quotate al Nasdaq-100 ad oggi è circa 30,95 trilioni di dollari)
 
    Per rispondere a questa domanda mi farò aiutare da un articolo di Cern Basher.
In un precedente articolo abbiamo parlato dei molteplici settori in cui Tesla è impegnata e del concetto di abbondanza sostenibile. Le proiezioni sul valore di un’azienda capace di lanciare con successo un robot umanoide come Optimus sono talmente elevate da sembrare fantascienza: si parla di decine di trilioni (migliaia di miliardi) di dollari, forse oltre i 100 mila miliardi di dollari. Una cifra che sfida le leggi della finanza tradizionale.
Come può una singola società arrivare a valere quanto – o persino più – dell’intero mercato azionario globale? La risposta è semplice: non giocherebbe più con le vecchie regole.
Il successo di Optimus segnerebbe infatti una trasformazione epocale: la conversione del lavoro umano globale in un asset finanziario capitalizzato e negoziabile.
Nota: questi non sono consigli finanziari.
Gli stipendi di Elon: dal chiosco a Wall Street
Per capire il concetto, basta un esempio elementare.
Supponiamo di aver aperto un chiosco che vende limonata e che guadagna 50 dollari a weekend. Finché resta un’attività informale, non ha un valore riconosciuto: genera solo reddito per chi lo gestisce. Ma se diventa una azienda con regolare partita iva (es: “Limonata Buona Spa”) ed un investitore valuta che potrà incassare 2.000 dollari l’anno, allora vi assegnerà un valore d’impresa (ipotizziamo di 10.000 dollari) e potrà decidere di acquistarne il 10%.

Da quel momento, il flusso di guadagni futuri sarà capitalizzato: non più semplice attività, ma asset finanziario scambiabile. Ora immagina per un attimo di poter quotare “Limonata Buona Spa” in borsa: il valore dell’azienda si aggiungerebbe al valore totale del mercato azionario globale.
Lo stesso meccanismo, su scala planetaria, potrebbe applicarsi al lavoro umano.
Il più grande asset non capitalizzato: il lavoro umano
Oggi in finanza tutto è capitalizzato: dalle fabbriche ai marchi, dal software ai brevetti. Tutto tranne il motore economico più potente al mondo: il lavoro. Il mercato globale del lavoro vale oltre 60 mila miliardi di dollari l’anno tra stipendi, salari e benefit. Eppure, non esiste alcun titolo in borsa che ne rifletta il valore.
La produttività delle persone rimane un “fantasma” nei bilanci aziendali: essenziale per tutto, ma registrata solo come voce di spesa. Con Optimus, per la prima volta nella storia, questo fantasma può diventare equity aziendale.
Come un salario può diventare capitalizzazione di mercato
Il meccanismo è lineare, ma dirompente. Un operaio qualificato in America costa all’azienda 90.000 dollari l’anno. Un robot umanoide come Optimus, comprensivo di manutenzione ed energia, potrebbe costarne 50.000.
Per Tesla, ogni Optimus erogato a canone significherebbe un flusso di ricavi aggiuntivo e ricorrente di 50.000 dollari l’anno. Con un margine netto stimato di 25.000 dollari, e ipotizzando un rapporto prezzo/utili (P/E) di 40, si arriverebbe ad una capitalizzazione aggiuntiva di un milione di dollari per ogni posto di lavoro sostituito.

Quindi:
- 1 milione di Optimus = +1.000 miliardi di dollari di valore di mercato.
- 100 milioni di Optimus = +100.000 miliardi di dollari di capitalizzazione di mercato (+100 trilioni).
Sono numeri che scalano fino a dimensioni che superano ogni precedente storico.
Tutti vincerebbero: Tesla, i suoi clienti ed i consumatori finali
I benefici non sarebbero esclusiva di Tesla. Anche i clienti di Tesla (ovvero le fabbriche) trasformerebbero i risparmi in valore capitalizzato. Se poi parte dei risparmi venisse trasferita ai consumatori, il risultato sarebbe una spinta deflattiva sui prezzi. Alla fine i vincitori principali sarebbero i consumatori stessi, che comprerebbero beni a prezzi sempre più bassi.
La nuova architettura dell’economia

La forza di Tesla non sta tanto nel prodotto in sé, ma nella nuova categoria economica che sta aprendo: la capitalizzazione del lavoro.
Con Optimus (e con i Robotaxi, che monetizzano il tempo di guida non retribuito), Tesla non si limita a partecipare all’economia attuale, ma si propone come artefice della prossima economia mondiale.
La prospettiva è quella di una nuova rivoluzione industriale: dal mondo della scarsità di lavoro umano a quello dell’abbondanza autonoma.
I numeri, oggi impressionanti, non sarebbero che la logica conseguenza di un’adozione di massa di tali prodotti rivoluzionari.
Gli stipendi di Elon: conclusioni
Anche se gli stipendi di Elon (ovvero i suoi pacchetti retributivi) possono sembrare esagerati, la logica finanziaria è chiara. Ogni robot non è una vendita una tantum, ma la creazione di un flusso annuo di denaro ad alto margine, che il mercato è pronto a valorizzare.
La trasformazione cui stiamo assistendo solleva domande cruciali sul futuro del lavoro umano, ma il dato resta: il valore nasce quando ciò che era scarso diventa abbondante.
Tesla, con Optimus, non si limita a costruire macchine. Sta preparando le fondamenta finanziarie e operative di un’età dell’abbondanza. E la sua valutazione di mercato non sarà che il riflesso della portata storica di questa conquista.
E voi cosa ne pensate? Gli stipendi di Elon sono troppo alti?
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