La maggior parte delle Case auto limita o addirittura vieta l’accesso a manuali di servizio e strumenti di diagnostica. E quando non sono protetti, comprarli costa un occhio della testa, il che obbliga di fatto a rivolgersi alle officine anche per problemi banali.
Ma non con Tesla. Nonostante le critiche al ceo Elon Musk e alcune scelte di design discusse, l’azienda conta su migliaia di dipendenti che, ogni giorno, cercano di fare le cose diversamente. E questo vale anche per le diagnosi di guasti sulle auto elettriche del marchio.
A differenza di quasi tutti gli altri costruttori, Tesla offre accesso gratuito ai manuali di servizio e un accesso semplice ed economico al software di diagnostica proprietario, l’ultima versione del quale si chiama Tesla Toolbox 3.
Si trova tutto lì
Disponibile in abbonamento, con costi che variano da 75 dollari al giorno a 700 dollari l’anno, Tesla Toolbox è un software di diagnostica basato su browser, in grado di individuare e risolvere praticamente qualsiasi problema sulle auto del marchio, a patto di avere il cavo giusto.
Come spiega Alex di Out of Spec Renew in un video, nel tempo sono stati utilizzati cinque diversi cavi diagnostici, la maggior parte dei quali poco costosi. Fa eccezione un cavo da 757 dollari, necessario per un numero limitato di Model S e Model X Plaid e Long Range prodotte tra febbraio 2021 e febbraio 2022. Tutti gli altri costano meno di 50 dollari. Per le vetture prodotte tra febbraio 2022 e aprile 2024 basta un semplice cavo Ethernet, mentre quelle costruite dopo aprile 2024 hanno un connettore OBD-II standard di settore, quindi è sufficiente un comune cavo Ethernet-OBD-II.
Il software di diagnostica è disponibile su toolbox.tesla.com, accessibile con un account Tesla e un abbonamento attivo. Una volta completata la procedura, le possibilità diventano praticamente illimitate.
Si può fare di tutto: dal reset dei sensori di chiusura al lavaggio e al rabbocco dei fluidi. Sebbene le auto mostrino sul display centrale i codici di errore, per andare più a fondo serve l’ausilio del Toolbox, necessario anche per cancellarli dopo la riparazione. Si tratta dello stesso strumento usato dai meccanici per ottenere dati dettagliati sui guasti elettrici, analisi approfondite dei criteri che generano i codici di errore, fino alle procedure di sostituzione delle unità motrici e delle batterie ad alta tensione. In pratica, è lo stesso software impiegato dai Tesla Service Center.
Un aspetto interessante è la funzione Sandbox: permette di raggruppare diversi codici di errore e di verificare se esiste una correlazione tra loro. Una possibilità che semplifica molto la diagnosi e che non è comune tra gli strumenti del settore.
È possibile anche eseguire diagnosi a distanza, purché il proprietario del veicolo approvi una richiesta di autorizzazione. Per farlo servono il numero di telaio (VIN) e l’email del proprietario: la procedura è semplice e l’autorizzazione resta valida per una settimana.
Curiosamente, non esiste un menu che elenchi tutte le funzioni disponibili: bisogna scorrere parecchio per per trovare quella giusta. C’è una barra di ricerca, ma occorre già sapere come si chiama l’operazione desiderata.
Resta il fatto che Tesla offre ufficialmente un vero strumento di diagnostica. A questo si aggiunge la disponibilità gratuita dei manuali di servizio, che ovviamente andrebbero utilizzati solo con un minimo di competenze tecniche. Ma se c’è la voglia di imparare, non ci sono motivi per cui non si possa mantenere una Tesla perfettamente funzionante anche da soli.
