Qualcosa, in Tesla, sta cambiando. Dopo anni di relativo immobilismo, la Casa ha forse capito una regola che nel mondo dell’auto vale per tutti: senza prodotto non si vende. È una legge universale, sperimentata nel tempo anche da altri gruppi che, rimasti indietro sul rinnovamento della gamma, si sono trovati a perdere quote di mercato.
Ecco, Elon Musk e soci, dopo aver lanciato le Model 3 e Model Y, si sono fermati. Non significa che abbiano dormito sugli allori, ma hanno rivolto l’attenzione altrove. Risultato? Utili, redditività e vendite in calo. In sintesi: un filotto di trimestri in contrazione.
Le cause sono anche altre, ma la mancanza di novità ha giocato un ruolo importante. Ora, come detto, sembra che in Tesla si sia scelto di effettuare un deciso cambio di rotta. Vediamo cosa sta succedendo.
Le varianti di Model 3 e Model Y
Prima di tutto, ci sono le novità riguardanti i modelli esistenti. La Model 3 è stata presentata in una versione dal prezzo accattivante e con autonomia da oltre 800 km. Per ora è disponibile solo in Cina, ma non è detto che non venga poi commercializzata anche su altri mercati.

Tesla Model 3, ora anche con 800 km di autonomia (in Cina)
Anche la Model Y, rinnovata a inizio anno, si sta mostrando in alcune varianti. Come quella a passo allungato, qualche centimetro in più di altezza e abitacolo a 6 posti, sempre per la Cina e, in questo caso, molto probabilmente in esclusiva per il Paese del Dragone.
Si aspetta ancora la Roadster
Le idee di Tesla non finiscono qui. Intanto è certo che si stia preparando la produzione del Cybercab, il veicolo a guida autonoma senza pedale e volante col quale la Casa proporrà il servizio di robotaxi (per ora praticato in via sperimentale con alcune Model Y modificate).

Arriverà mai il momento della nuova Tesla Roadster?
Poi, di recente, è stata confermata la Roadster, sportiva attesa da anni che, a quanto pare, dovrebbe vedere la luce a breve (salvo ripensamenti). Si tratta di un modello costoso e di nicchia, che non regalerà grandi numeri alla Casa, ma che rappresenta un segnale chiaro del fatto che Tesla è ancora un’azienda che produce automobili. Un’affermazione non scontata, visto che più volte Musk ha detto che nel futuro del marchio vede soprattutto intelligenza artificiale e robot umanoidi.
Il tris di “piccole”
A fare i numeri ci penseranno altri modelli. Tutti, a quanto pare, in rampa di lancio. Su questi, però, c’è parecchia confusione. Partiamo dalle due vetture low-cost annunciate a fine 2024 e attese tra il 2025 e il 2026.
Si tratta di due auto derivate da Model 3 e Model Y. Ma non è chiaro se si tratti di due versioni dalle dimensioni più piccole rispetto ai modelli “originali” o se siano semplicemente delle varianti “low cost”.
Il fatto che alcuni parlino di uno di questi modelli come Model Q, un nome originale, fa pensare effettivamente a un’auto nuova, ma le dichiarazioni di Elon Musk sulla Model Y accessibile in arrivo spingono in molti a pensare che l’operazione Tesla si limiti a realizzare varianti dalla dotazione più scarna e i rivestimenti meno pregiati di vetture esistenti.

Tesla Model Y Juniper (2025)
Foto di: Andrei Nedelea
La confusione regna sovrana anche sui prezzi, che dovrebbero aggirarsi intorno ai 30.000 o 35.000 dollari.
C’è poi un terzo nuovo modello in arrivo. Non più tardi di qualche giorno fa, infatti, Lars Moravy, a capo dell’ingegneria, ha affermato che al centro stile sono al lavoro su un pick-up più piccolo del Cybertruck. Non si sa se avrà un design simile o adotterà un aspetto più tradizionale, ma è un modello che potrebbe aiutare Tesla ad aumentare i volumi. Cosa che, ammettiamolo, il Cybertruck non è riuscito a fare.
E la tanto famosa Model 2? Quella Tesla da 25.000 euro che sembrava dover arrivare in tempi brevissimi? A quanto pare, rimandata a data da destinarsi. Salvo clamorose sorprese. Nel frattempo, spariscono le Model S e Model X in Europa.

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