
Panasonic Energy, fornitore storico di batterie per Tesla, ha inaugurato ieri a De Soto, in Kansas (USA), il suo più grande impianto di produzione di batterie per veicoli elettrici. La struttura, che si estende su oltre 440.000 metri quadrati (pari a circa 225 campi da calcio), rappresenta un’importante espansione della presenza produttiva del colosso giapponese negli Stati Uniti.
Si tratta del secondo stabilimento statunitense per Panasonic, dopo quello attivo dal 2017 a Sparks, in Nevada, all’interno del campus Tesla Gigafactory. L’investimento complessivo supera i 4 miliardi di dollari (circa 3,7 miliardi di euro) e, una volta a pieno regime, l’impianto dovrebbe contribuire a portare la capacità produttiva totale dell’azienda negli USA a 73 gigawattora annui.
Tuttavia, i piani iniziali per raggiungere 30 GWh di capacità produttiva già entro marzo 2027 sono stati posticipati a data da destinarsi. La decisione è legata a due fattori principali: da un lato, la flessione delle vendite Tesla, cliente chiave di Panasonic; dall’altro, le incertezze politiche derivanti dal ritorno dell’amministrazione Trump, che ha ridotto o eliminato importanti incentivi federali per l’acquisto di auto elettriche e lo sviluppo di infrastrutture di ricarica.
Produzione confermata ma ridimensionata
Per ora, Panasonic ha confermato l’avvio della produzione delle celle cilindriche 2170, le stesse utilizzate nei modelli Tesla Model 3 e Model Y prodotti in Nevada. La produzione delle nuove celle 4680, inizialmente prevista anche per il sito del Kansas, è stata rinviata o sospesa in attesa di un miglioramento della domanda.
A pieno regime, l’impianto sarà in grado di produrre fino a 70 celle al secondo, ovvero oltre sei milioni al giorno. Secondo l’azienda, lo stabilimento sarà più efficiente del 20% rispetto a quello del Nevada, e le celle 2170 avranno una capacità energetica superiore del 5% rispetto alle generazioni precedenti.
Panasonic ha descritto lo stabilimento di De Soto come il più grande del mondo nel suo genere in termini di superficie. Tuttavia, concorrenti come LG Energy Solution, BYD e CATL vantano impianti con una capacità produttiva annua complessiva superiore, distribuita su più sedi nel mondo.
L’apertura avviene in un contesto complesso: mentre l’Inflation Reduction Act aveva inizialmente stimolato investimenti nel settore elettrico, l’attuale clima politico instabile sta creando forti incertezze per l’intera filiera. Il mercato statunitense degli EV ha registrato un rallentamento delle vendite negli ultimi trimestri, in particolare per Tesla, penalizzata da una gamma prodotti poco rinnovata e dalle scelte strategiche di Elon Musk, sempre più orientato verso l’intelligenza artificiale e la robotica.
Impatto occupazionale e prospettive
Nonostante il rallentamento, Panasonic non abbandona il progetto. L’impianto di De Soto rappresenta ancora un tassello strategico per la crescita dell’e-mobility e per la diversificazione della base clienti dell’azienda, che oggi include anche startup come Lucid Motors e marchi tradizionali come Mazda.
La società ha comunque deciso di congelare temporaneamente il progetto per un terzo impianto negli Stati Uniti (si era parlato dell’Oklahoma) e ha rivisto senza scadenze definite anche il piano globale di arrivare a 200 GWh di capacità produttiva annua entro il 2031.
Il progetto resta, ad oggi, il più grande investimento economico nella storia del Kansas. Panasonic prevede la creazione di 4.000 posti di lavoro diretti nel settore manifatturiero e ulteriori 8.000 occupati indiretti tra fornitori e aziende dell’indotto. A questi si aggiungono i circa 4.000 lavoratori già attivi nello stabilimento del Nevada.
