Tesla ha aggiornato la pagina ufficiale della Model 3 Long Range AWD in Cina estendendone l’autonomia dichiarata (in ciclo CLTC) di 40 km senza modifiche alla batteria. Questo porta il totale (sempre dichiarato) a 753 km, accompagnato però da un aumento di prezzo.

Il costruttore ritocca anche la Model Y LR AWD, aumentando l’autonomia da 719 km a 750 km, senza – in questo caso – rivedere i listini: il SUV elettrico, infatti, costa ancora l’equivalente di circa 37.000 euro. La testata locale CarNewsChina fa anche notare che il tempo di consegna previsto per entrambe le vetture è molto basso, di sole 1-3 settimane, molto meno del nuovo grande rivale Xiaomi YU7.

La concorrenza avanza

Per la supercar elettrica cinese bisogna aspettare invece tra le 57 e le 60 settimane. Oltre però a questo, sia la stessa YU7 che altre competitor rappresentano un ostacolo per la crescita di Tesla.

Proprio come in Europa, le vendite della Casa americana rallentano anche in Cina. Il successo di Xiaomi, contrapposto al declino della Model Y, illustra perfettamente la tendenza. Il calo si contrappone a un aumento nazionale delle vendite di veicoli elettrici nel primo trimestre pari al 35%, guidato quasi esclusivamente da produttori locali.

Cosa servirebbe davvero

Interessante è pure il motivo dietro il calo di Tesla in Cina. Non l’impegno politico di Elon Musk con Donald Trump, ma le difficoltà a tenere il passo coi marchi del posto. Certo, la Model Y è ancora una gran macchina, con autonomia e specifiche di ricarica buone, e si guida bene. Ma il minimalismo della Casa non funziona più. Ora la Cina ha berline elettriche che possono ricaricarsi a 1 megawatt, quattro volte più velocemente di una Tesla, e offrono auto con interni sontuosi.

Quest’autonomia extra sembra un ultimo tentativo di attirare l’attenzione degli automobilisti cinesi. Ce la farà?



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