Quando si parla di Tesla e di batterie, si pensa subito alle famose 4680 che da anni tengono alta l’attenzione per via di prestazioni maggiori e costi di produzione più bassi. Oggi però la Casa americana dà una notizia tutta diversa, parlando sempre di accumulatori per auto elettriche: la Gigafactory per la produzione di celle litio-ferro-fosfato (LFP), infatti, è pronta.
Lo stabilimento si trova in Nevada e sta per avviare le linee. Questo passo ha un valore strategico per Tesla, che fino a oggi, parlando di batterie LFP, si è dovuta rivolgere a fornitori esterni.
Non solo automobili
Lo stabilimento non produrrà questo tipo di celle solo per le auto elettriche di bassa fascia (Model 3 e Model Y RWD, al momento, montano pacchi proprio con questa chimica). Le batterie LFP, infatti, saranno utilizzate anche per i sistemi di accumulo Megapack e Powerwall.

La produzione in proprio di celle LFP consentirà a Tesla di rendersi indipendente da alcuni fornitori cinesi come CATL, il più grande produttore di batterie al mondo, e anche BYD, uno dei concorrenti più agguerriti e temuti da Elon Musk e soci.
Produzione a 10 GWh all’anno
Secondo quanto dichiarato dalla Casa, il nuovo stabilimento americano sarà in grado di produrre batterie LFP per un valore di 10 GWh all’anno. Visto il crescente utilizzo di celle con questa chimica, però, la Casa sta pianificando la realizzazione di un terzo sito produttivo, sempre per celle al litio, ferro, fosfato, in Texas, non lontano dalla Gigafactory di Austin, dove saranno prodotti anche i Megapack (attualmente costruiti in una fabbrica in California e a Shanghai).

Le celle LFP stanno assumendo sempre maggiore importanza sul panorama automobilistico mondiale. Inizialmente utilizzate dalle Case cinesi per modelli elettrici economici, grazie a una serie di migliorie che ne hanno innalzato le prestazioni, ora sono in grado di soddisfare le esigenze di una gamma di veicoli sempre più ampia.
Si stima che, ad oggi, il 59% di tutte le batterie prodotte nel mondo sia proprio di tipo al litio, ferro, fosfato e questa percentuale aumenterà ancora nei prossimi anni, fino a quando non toccherà alle batterie allo stato solido definire un nuovo standard.
