All’interno di Tesla si sono create fazioni contrarie. Ci sono dipendenti che ancora sostengono il ceo e sposano la trasformazione dell’azienda in realtà dedicata a robotica e intelligenza artificiale e ci sono quelli che sperano che Elon Musk lasci e metta fine alle polemiche e critiche che stanno interessando il brand da quando il suo uno è in politica.
La seconda fazione, a dire il vero, è meno nutrita della prima. Ciò nonostante, cerca di farsi sentire, anche con conseguenze gravi, come nel caso che vi stiamo per raccontare.
Tutta colpa di Musk
Preoccupati principalmente per il calo delle vendite che sta interessando Tesla dalla fine del 2024 (coi volumi in contrazione dopo oltre un decennio di crescita), alcuni dipendenti ed ex dipendenti hanno provato a rivolgersi al consiglio di amministrazione per esporre le proprie perplessità, ma sono stati inizialmente inascoltati.

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Così, quello stesso gruppo, ha pubblicato una lettera aperta in cui si riportava quanto segue:
“Il danno arrecato al personal brand di Elon è ormai irreversibile e, in quanto immagine pubblica di Tesla, è diventato un peso per noi. Siamo ora a un bivio: continuare con Elon come ceo e affrontare un ulteriore declino man mano che i clienti abbandonano il brand, oppure andare avanti senza di lui e lasciare che i nostri prodotti e la nostra missione raggiungano il successo o il fallimento da soli”.
Mercato USA su, Tesla giù
Il gruppo di oppositori di Elon Musk fa notare come nel primo trimestre 2025 le vendite di veicoli elettrici negli Stati Uniti siano aumentate del 10% mentre quelle di Tesla siano diminuite del 9%. Inizialmente si pensava che l’arrivo della nuova Model Y avesse influito, almeno nel breve periodo, ma ora la tendenza si sta consolidando.

La nuova Tesla Model Y, in vendita a partire da inizio anno
Foto di: Andrei Nedelea
Senza dimenticarsi che Tesla, per via delle proteste e dei danni alle auto da parte di contestatori incivili, sta avendo un grosso problema sul fronte assicurativo, con le polizze che schizzano alle stelle proprio a causa dei numerosi atti vandalici di cui sono vittime (sempre per protesta verso Elon Musk).
Sempre nella lettera aperta si legge anche:
“Tesla è pronta ad andare avanti. E noi siamo pronti ad andare avanti senza Elon come ceo”.
Il problema è che in realtà Tesla andrà avanti senza Matthew LaBrot, dipendente (ormai ex) che è stato licenziato – a suo dire – proprio a causa del fatto che sia stato uno dei firmatari della lettera. LaBrot, da quasi sei anni in azienda, ha detto su LinkedIn di essere stato fatto fuori proprio per il suo essere dissidente.
Naturalmente è il suo punto di vista. Però è curioso come questo gruppo di dipendenti ed ex dipendenti avesse provato ad aprire un account X per diffondere il proprio messaggio e che questo account (@proteslanotelon) sia stato sospeso immediatamente dalla piattaforma, che guarda caso è di proprietà proprio di Elon Musk.
Come appare l’account anti-Musk dopo la sospensione
Foto di: Twitter
La concorrenza aumenta anche sui robot
Intanto Tesla non deve far fronte soltanto al calo delle vendite, che pure è un problema enorme. Come si diceva, vuole diventare un’azienda tecnologica e, per questo, si sta concentrando su progetti come Cybercab, intelligenza artificiale e robot umanoidi.

Un dettaglio della mano del Tesla Optimus
Solo che anche su questi fronti non è più l’unica. In Cina, per esempio, stanno lavorando a un’alternativa al Tesla Bot che può impensierire. Basti dire che ha mani con 42 gradi di libertà, mentre l’Optimus si ferma a 22. Il robot cinese in questione, prodotto da Linkerbot Technology, ha anche una pelle elettronica in grado di raccogliere numerose informazioni tattili e di elaborarle per reagire velocemente agli stimoli. Insomma, Tesla non è più sola (ricordiamoci che su questo fronte ci sono impegnate anche BMW e altre Case) e, forse, non è più neanche prima.

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